Lentamente, i Paesi europei iniziano a mettersi al passo con i tempi per quanto riguarda la regolamentazione del traffico dei droni. E’ notizia recente che la Francia ha manifestato l’intenzione di occuparsi del tema, visto il sempre  più elevato traffico di velivoli a pilota remoto, il quale, in assenza di precise norme,  rischia di finire fuori controllo. A preoccupare in particolare le autorità transalpine sono i 79 episodi di sorvolo di zone sensibili avvenuti negli ultimi 13 mesi. È stato calcolato che i droni utilizzati per finalità ricreative siano tra 150 mila e 200 mila. I numeri sono inevitabilmente destinati ad aumentare con la maggiore diffusione di questo genere di velivoli a scopi ricreativi ma anche come sostegno a sempre più attività lavorative. 
Secondo quanto dichiarato dalle autorità francesi, a causa delle lacune giuridiche, attualmente i droni possono muoversi praticamente in un’atmosfera da Far West.

Al momento, esistono soltanto due regolamenti che riguardano i droni per uso professionale. I proprietari sono tenuti, tra l’altro, a rispettare le regole di buona condotta e i divieti di volo assegnati ai singoli modelli commerciali. Per i droni che pesano almeno un chilogrammo, il pilota deve seguire un corso di formazione online per conseguire un attestato. Inoltre, i piloti in possesso di un mezzo che pesa da uno a 25 chili devono esibire la loro identità in occasione dell’acquisto. Tutti i nominativi dovranno confluire in un apposito registro nazionale. Invece l’idea di un’immatricolazione dovrebbe riguardare soltanto i velivoli superiori a 25 chilogrammi. Sempre i droni superiori al chilo dovranno essere dotati di segnali luminosi.

Ma, soprattutto, è vietato sorvolare aree sensibili: zone militari, complessi industriali, aeroporti, installazioni nucleari. I recenti episodi sono stati ancora più allarmanti per le autorità dal momento che i voli non autorizzati hanno interessato potenziali obiettivi sensibili quali le centrali atomiche. Questo fatto non è per nulla trascurabile, pensando anche ai recenti attacchi terroristici avvenuti in Francia, in quanto la nuova tecnologia potrebbe essere utilizzata per le finalità più disparate da parte di soggetti ben addestrati.

In questo ambito, l’intervento dell’Unione Europea non si è fatto attendere. Già dalla scorsa primavera è stata messa in opera la realizzazione di un regolamento per le operazioni che riguardano i droni. La bozza è stata resa pubblica già nell’agosto di quest’anno (in allegato). E’ chiaro che un intervento normativo di questo genere da parte del legislatore europeo richiamerebbe l’attenzione sul tema da parte di tutti i Paesi membri dell’Unione dando loro un cappello sotto al quale inserire le eventuali regolamentazioni nazionali. In allegato la bozza di regolamentazione UE.

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